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In guerra per amore

Bravo Pif, molto bravo.
Un film delicato per parlare di un tema forte, un film dolce per dire cose amare.
Leggero, ma importante. Divertente, ma serio.
Un bellissimo film.
Riuscire a raccontare la Storia inventando belle storie da narrare è roba da artisti e la sua seconda opera, possiamo dirlo, incornicia definitivamente Pierfrancesco Diliberto nella categoria.
L’amore per la Patria del Tenente Chiamparino e l’amore per Flora del protagonista sono Amori per i quali vale la pena vivere, ma anche morire. Per i quali si può sfidare la Sorte, per i quali si può tentare l’impossibile.
E, d’altro canto, subire prevaricazioni e soprusi può accadere ad un popolo come ad una donna e Pif parte da lontano per raccontare quanto si possa scegliere una via o l’altra.
Il progetto di ridare libertà alla Sicilia e all’Italia, da parte degli Americani, rischia di fare passare dalla padella del Duce direttamente alla brace della Mafia, complice la volontà di “risparmiare” fatica e vite umane, mentre il soldato inutile Arturo Giammaresi decide di percorrere un’altra strada.
In “In guerra per amore” si respira lo stesso clima vissuto in La vita è bella o in Forrest Gump e, allo stesso modo, si sente un cinema soave che parla al cuore, capace di denunciare con poesia ciò che è ingiusto, ma anche di descrivere con ironia ciò che appartiene irrinunciabilmente all’avventura umana.
Pif, da buon Pinocchio, è accompagnato, sulla sua strada, da un Gatto e una Volpe straordinari, da una bella Fatina capace di proteggere dalle bombe, da un credibile Mangiafuoco cattivo burattinaio e si salva la vita grazie ad un Geppetto di cuore che non esita a buttarsi nelle fauci della Balena per aiutarlo.

Questo film è una favola, proprio perché ci racconta cosa succede di brutto nella nostra realtà senza farci del male.

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